Film di Riccardo Milani (2021).
Monica è appena stata arrestata perché le sue sorelle gemelle e cleptomani hanno nascosto il frutto del loro ultimo furto in un locale di sua proprietà. L'unica persona che può aiutarla è Giovanni, l'intellettuale progressista con cui ha avuto tre anni prima una breve relazione. Giovanni riesce ad ottenere per Monica una conversione di pena, dal carcere ad una parrocchia di periferia molto impegnata nel sociale, ma c’è un problema: la parrocchia si trova proprio accanto al nuovo centro culturale che Giovanni sta dando una mano a mettere in piedi e la continua presenza di Monica con i suoi modi coatti è oltremodo imbarazzante per il politico radical chic con nuova fidanzata al fianco.
Monica e Giovanni sono, e continuano ad essere, due anime dello stesso paese. Il nostro. E sono per me il modo di raccontare, attraverso il filtro popolare della commedia, da una parte l’amarezza nel vedere il mio paese così spaccato, dall’altra il grande potenziale di condivisione e di senso della comunità che in esso vive e sopravvive, ed è lì pronto a esplodere anche più della rabbia sociale. Forse anche per questa consapevolezza c’è, forse ancora più forte, il desiderio di raccontare con affetto e partecipazione sia un fronte che l’altro. Torna in mente per Monica e Giovanni la lezione del primo film: ascoltare le ragioni dell’uno e le ragioni dell’altro. E oltre a questa, negli anni, forse un’altra lezione è arrivata a Monica e Giovanni, dal loro primo incontro: hanno imparato nel tempo a saper distinguere le cose giuste e quelle sbagliate non più a seconda di dove arrivino, ma per quello che sono oggettivamente: giuste o sbagliate. E anche se i motivi di scontro non mancano nemmeno stavolta, quella tra Monica e Giovanni è una storia d’amore contrastata ma non più impossibile. Quella tra le due anime del paese Italia.
Roberto Milani
Nell'ambito del XXV. Festival Cinema! Italia! (a Friburgo): >>>